Prima di rispondere a questa domanda cerchiamo di capire perché tale patologia è tanto importante da richiedere obbligatoriamente la vaccinazione in determinate circostanze.
La rabbia è:
una malattia infettiva causata da un virus del genere Lyssavirus
una zoonosi (può essere trasmessa dagli animali all’uomo)
una patologia in grado di infettare tutti i mammiferi colpendone il sistema nervoso centrale
una malattia per cui non esiste nessuna cura, né per gli animali né per l’uomo
una patologia il cui esito per l'uomo è letale nel 100% dei casi in cui non si interviene tempestivamente dopo l'esposizione o in caso di sospetto.
Le peculiarità e la mortalità rendono tale virus un patogeno sottoposto costantemente a monitoraggio sia in ambiente silvestre che urbano.
La “rabbia silvestre”, caratterizzata dalla permanenza del virus all'interno della popolazione di mammiferi selvatici, è costantemente monitorata a livello mondiale.
In Europa il principale “serbatoio selvatico“ è la volpe rossa, anche se nell’Europa orientale il cane procione sta assumendo un ruolo epidemiologico importante.
Nelle diverse aree del mondo sono presenti differenti serbatoi di malattia: procioni, mustelidi, pipistrelli ma anche cani randagi. Soprattutto dove è più massiccia la presenza di cani randagi è altrettanto presente la “rabbia urbana”, dove il più importante serbatoio del virus è il cane (ciclo urbano).
Nel mondo si registrano oltre 50.000 casi di rabbia nell’uomo ogni anno.
La trasmissione del virus avviene attraverso la saliva di animali infetti tramite morsi e graffi (meno frequente tramite leccamento di cute non integra e mucose), i sintomi in genere si manifestano in un periodo da 2 a 8 settimane dopo l’infezione. Il periodo di incubazione varia molto in relazione a quantità e ceppo virale, modalità e sede dell'inoculo del virus (cioè la sede del morso/graffio)
Il virus dopo essere entrato nell'ospite risale le vie nervose e solo una volta raggiunto il sistema nervoso centrale determina la comparsa dei sintomi. In seguito giunge e “colonizzare” ghiandole salivari e saliva da dove può essere trasmesso ad un altro mammifero.
Negli animali i sintomi clinici principali sono legati ad improvvise modificazioni del comportamento: disorientamento, confusione e perdita di diffidenza nei confronti dell'uomo sono spesso più frequenti del “classico” atteggiamento aggressivo. Sopraggiungono poi convulsioni, paralisi e morte.
Nell’uomo, in assenza di interventi di profilassi post esposizione (disponibile per l'uomo ma non per gli animali), la malattia in forma clinica causa paralisi o convulsioni, fino alla morte.
AD OGGI LA RABBIA NON È PRESENTE IN TERRITORIO ITALIANO (siamo RABBIA FREE) ma altrettanto non si può dire di altre nazioni anche a noi vicine.
L'ultima epidemia di rabbia in Italia risale al 2008 a causa di volpi rapide entrate in territorio italiano.
Grazie ad un piano di vaccinazione che ha coinvolto Friuli Venezia Giulia, parte del Veneto e del Trentino alto Adige la malattia è stata eradicata nel 2011 e dal 2013 abbiamo riacquistato lo status di PAESE INDENNE DA RABBIA.
Il modo più sicuro per proteggere i nostri animali al di fuori del territorio italiano o nelle vicinanze di territori a rischio (aree di confine) è sottoporli alla vaccinazione antirabbica (obbligatoria per legge in caso di espatrio).
Ad oggi è possibile la movimentazione di cani e gatti da uno stato all'altro solo ed esclusivamente se l'animale:
è provvisto di microchip
è dotato di passaporto
sul passaporto sia riportata vaccinazione antirabbica in corso di validità
La vaccinazione antirabbica è sicura, da effettuare in animali in buono stato di salute, con un ben codificato intervallo di validità che può subire modificazioni legate sia al tipo di vaccinazione che alla durata dei vaccini stessi.
Per essere valida la vaccinazione antirabbica:
deve essere effettuata in soggetti di età non inferiore alle 12 settimane di età da un veterinario autorizzato.
NON deve avvenire prima dell’applicazione del microchip (dispositivo che permette il riconoscimento del soggetto)
devono trascorrere almeno 21 giorni dalla vaccinazione prima di poter viaggiare con l’animale.
Il periodo di validità della vaccinazione inizia dal momento in cui è stabilita l’immunità protettiva (i “famosi” 21 giorni dalla vaccinazione) e continua fino alla fine del periodo di immunità protettiva, conformemente alle specifiche tecniche del vaccino stesso. In genere la validità del vaccino è annuale o triennale.
In un’area geografica in cui questa infezione è endemica (e ribadiamo che al momento in cui viene scritto il BLOG l'Italia NON è una area endemica) tutti i cani dovrebbero essere vaccinati di routine per la protezione della popolazione sia animale sia umana.
Alcuni Paesi per l'ingresso degli animali richiedono la titolazione degli anticorpi sierici specifici. Tale titolazione ha lo scopo di valutare la protezione instauratasi contro la rabbia a seguito del vaccino e:
è effettuata da un veterinario autorizzato mediante prelievo ematico
deve essere eseguito su un campione prelevato almeno 30 gg dopo la vaccinazione.
deve attestare un livello di anticorpi che neutralizzano il virus della rabbia in siero ≥ 0,5 UI/ml affinché l'animale possa essere movimentato.
deve essere eseguita da un laboratorio riconosciuto dalla Commissione Europea
E' inoltre fondamentale precisare che alcune compagnie navali e aeree richiedono vaccinazione antirabbica in corso di validità per poter accettare a bordo cani e gatti indipendentemente dal fatto che il viaggio sia nazionale o internazionale.
Prima di una partenza per l'estero è bene che:
controlliate per tempo di avere tutta la documentazione necessaria (leggete bene documentazione necessaria per spostamenti via nave/aereo)
in caso di dubbio contattiate l'ATS di pertinenza ed eventualmente il consolato del Paese in cui siete diretti per avere le “ultime news” in merito alla vaccinazione antirabbica
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