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L’IPOTIROIDISMO NEL CANE

L’ipotiroidismo è una condizione clinica contraddistinta dalla ridotta produzione di ormoni tiroidei, secondario a patologie che colpiscono la tiroide del cane.

Si può presentare in una forma congenita (rara) e in una acquisita (più frequente).



A sua volta possiamo distinguere la forma acquisita  in primaria (se è colpita la ghiandola tiroidea) o centrale (se è conseguente alla carenza dell’ormone che stimola la tiroide, il TSH).


Ci soffermeremo sulla forma più frequente del cane (90% dei casi) e cioè l’ipotiroidismo primario acquisito, causato da un processo di distruzione immunomediata della ghiandola tiroidea.

 

Ci sono alcune razze maggiormente predisposte a questa patologia:

  • Beagle,

  • Golden retriever,

  • Dobermann pinscher,

  • Pastore tedesco,

  • Cocker spaniel.

 

L’età media di insorgenza è di 7 anni con range che vanno da 6 mesi a 15 anni.

 

Le manifestazioni cliniche soprattutto in una fase iniziale non sono evidenti e spesso passano inosservate, sono inoltre aspecifiche e insorgono in maniera graduale e subdola. Diventano maggiormente evidenti quando più del 75% del tessuto tiroideo è stato sostituito da tessuto connettivale con perdita della sua normale funzione.


I segni clinici più comuni sono:

letargia

  • intolleranza al freddo

  • intolleranza all’esercizio

  • aumento di peso con appetito conservato o addirittura diminuito

  • alterazioni del mantello (nel 60-80% dei casi) quali modificazioni del colore, ritardo o mancata ricrescita del pelo dopo tosatura, alopecia localizzata o diffusa di solito non pruriginosa (almeno inizialmente), seborrea

  • predisposizione a infezioni cutanee ricorrenti (piodermiti) o da patogeni opportunisti (demodex e malassezia)

  • meno comunemente si può avere iperpigmentazione cutanea, comedoni, otite e mixedema cutaneo, prevalentemente a livello di testa e arti (edema sottocutaneo, che insorge in seguito all'accumulo di mucopolisaccaridi a livello del derma).

  • coinvolgimento neurologico con debolezza generalizzata, atassia, riduzione dei riflessi spinali

  • problemi riproduttivi quali prolungamento del tempo che intercorre tra i calori, calori silenti, alterazioni del ciclo estrale, diminuzione della libido, atrofia testicolare …

  • bradicardia ed eventuale peggioramento di una preesistente patologia cardiaca

 

Gli esami di laboratorio mostrano principalmente:

  • anemia scarsamente o non rigenerativa

  • colesterolo e trigliceridi alti (in più del 70% dei casi)

  • lieve aumento enzimi epatici (ALP, AST)

 

Dopo aver eseguito un’attenta raccolta anamnestica, visita clinica ed esami ematobiochimici di base che risultino compatibili con ipotiroidismo, si giunge all’esecuzione di test diagnostici specifici.

La misurazione dei livelli degli ormoni tiroidei T4 e fT4 e dell’ormone stimolante la tiroide (TSH) è estremamente importante.

La principale difficoltà diagnostica è legata al fatto che è molto frequente trovare basse concentrazioni degli ormoni tiroidei in soggetto non ipotiroidei.


Questo può essere legato a caratteristiche di razza, specifici stati fisiologici, malattie concomitanti quali neoplasie, malattie infettive, pancreatite, Sindrome di Cushing, diabete mellito scompensato, ecc (euthyroid sick syndrome) o assunzione di alcuni farmaci (quali ad esempio cortisonici e fenobarbitale).

 

Una elevata concentrazione sierica di TSH associata a una concentrazione di TT 4 molto bassa può confermare l’ipotiroidismo in pazienti con già alterazioni cliniche e di laboratorio compatibili con la patologia.

Quando la valutazione tiroidea non dà risultati tanto lampanti bisogna eseguire quello che a oggi è considerato il gold standard per la diagnosi di ipotiroidismo canino, ovvero il test di stimolazione con TSH (ad oggi eseguibile solo in pochi centri specializzati).

 

Mentre la diagnosi è complicata, il trattamento è semplice e legato soltanto alla supplementazione di ormone tiroideo a vita.

In commercio sono disponibili formulazioni di L-levotiroxina in compresse e formulazioni liquide.

L’assorbimento di tale principio attivo è fortemente influenzato dal pasto, si consiglia quindi di somministrare la terapia 2-3 ore prima del pasto per non ridurne l’assorbimento.

In caso contrario sarà necessario considerare che ci sarà un ridotto assorbimento gastroenterico con effetti quindi ridotti della cura.

 

Il primo controllo clinico e ormonale è consigliato a 4 settimane dall’inizio della terapia mediante la misurazione del T4 a distanza di 4-6 ore dalla somministrazione del farmaco ed eventualmente anche del TSH (se risultava aumentato prima della terapia).


Mentre il TSH dovrebbe risultare nei limiti di riferimento, il T4 dovrebbe idealmente avere un valore compreso nella metà più alta del range di normalità


Ulteriori valutazioni possono poi essere effettuate in base ai parametri ormonali e alla risposta clinica ogni 4 settimane, così da adattare la quantità di L-levotiroxina fino al raggiungimento della dose ottimale.

Raggiunta tale dose si consiglia di monitorare comunque ogni 6 mesi, visto che la dose necessaria spesso si modifica nel tempo.

 

I primi sintomi a migliorare sono la letargia e l’astenia, per cui il cane torna più attivo e vivace già dopo pochi giorni; ipercolesterolemia e anemia migliorano in 2-4 settimane, mentre servono diversi mesi per il miglioramento e la risoluzione dei problemi dermatologici (2-4 mesi), neurologici (1-4 mesi) e riproduttivi (3-10 mesi).

 

Curare un cane ipotiroideo è importante, perché l’aspettativa di vita di un cane sottoposto a corretto trattamento e monitoraggio è paragonabile a quella di un cane sano.

 

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