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Immagine del redattoreClinica Veterinaria Cavaria

OCCHIO ALLE SCOTTATURE!!

Proprio come succede per noi essere umani anche gli animali possono scottarsi e andare incontro a “dermatiti solari” a causa dell'esposizione prolungata e senza protezione ai raggi solari.

In linea di massima le aree maggiormente colpite dalle “scottature” sono quelle caratterizzate:

  • mantello bianco

  • cute sottile

  • cute danneggiata

  • scarsa presenza di peli.

La rapidità e la gravità della reazione cutanea al sole dipende da:

  • fattori direttamente correlati all'animale

  • durata dell'esposizione al sole

  • intensità della luce solare

  • altitudine a cui ci si trova

Il sole è in grado di produrre una serie di alterazioni cutanee che spaziano da benigne fino a maligne.


I nostri animali hanno diversi dei meccanismi di difesa della cute:

  • la pelliccia, che funge da scudo evitando l'assorbimento da parte della cute dei raggi solari (attenzione quindi a tosare “a pelle” i nostri animali per fargli sentire meno il caldo);

  • lo strato corneo, strato più superficiale della cute che funge da barriera soprattutto nelle aree in cui è maggiormente spesso;

  • le melanine, molecole presenti a livello cutaneo con la specifica funzione di protezione attraverso l’assorbimento delle radiazioni luminose;

  • le proteine dello stress;

  • un meccanismo di inattivazione dei radicali liberi (responsabili dei danni cellulari)

  • l’attivazione di sistemi enzimatici allo scopo di riparare i danni provocati dall'esposizione a proteine e acidi nucleici (DNA)


Vediamo insieme rapidamente quali sono le patologie di più frequente riscontro a seguito di prolungata esposizione ai raggi UV in cani e gatti.


La lesione cutanea indotta dai raggi solari di più frequente riscontro è la CHERATOSI/DERMATITE ATTINICA O SOLARE.

E’ caratterizzata dalla crescita all'interno dello strato squamoso (uno degli strati cellulare che costituisce la cute) di cellule anomale.

Colpisce principalmente:

  • animali adulti (a causa della cronicità),

  • a mantello bianco,

  • nelle aree fotoesposte in particolar modo padiglioni auricolare, canna nasale, labbra, palpebre e in tutti i soggetti con aree glabre (quindi non protette dal mantello) o con cute non pigmentata.


Le lesioni appaiono inizialmente come un eritema che, per lo più molto lentamente, può evolvere in lesioni ispessite, senza pelo, ricoperte da piccole scaglie biancastre, talvolta associata a cute “lucida” (simile ad un esito cicatriziale).

Tali lesioni evolvono ulteriormente in placche ispessite con croste scure, ulcerate e facilmente sanguinanti associate o meno a fastidio/dolore/prurito della parte colpita.


La diagnosi di certezza si ha con esame bioptico perchè spesso la sola valutazione clinica non è sufficiente per valutare la natura benigna o maligna delle lesioni (è purtroppo possibile l'evoluzione maligna di lesioni inizialmente benigne).

Avuta la diagnosi è fondamentale trattare le lesioni presenti e soprattutto prevenire la comparsa di nuove lesioni (vedi oltre).


Esistono inoltre lesioni fotoindotte estremamente più gravi primo tra tutti il CARCINOMA SQUAMOSO.

Si tratta di una patologia neoplastica (tumore) che colpisce la cute e che può essere indotto dall'esposizione cronica al sole.

Le aree colpite sono le medesime evidenziate per la cheratosi attinica.

Sono presenti due presentazioni cliniche, una ulcerativa e una proliferante.

Le erosioni indotte dalla neoplasia possono essere estremamente estese e tale tumore è sempre accompagnato da ulcerazioni, infezioni e dolore.

Tale tumore ha una forte invasività locale e anche possibilità di metastasi a distanza. Richiede un approccio diagnostico rapido e una terapia mirata (chirurgica in primis) da valutare attentamente caso per caso.


In linea generale a seguito di diagnosi di alterazioni benigne queste possono essere trattate:

  • con creme/unguenti ad azione emolliente e lenitiva

  • con protezioni solari

  • somministrando una terapia antinfiammatoria per bocca (spesso necessaria nella prima fase di trattamento)

  • evitando l'esposizione al sole almeno nelle ore più calde

  • usando prodotti waterproof con protezione solare (> 30) da applicare 15-30 minuti prima dell'esposizione al sole o regolarmente 2 volte al giorno.


Questo rapido excursus non ha lo scopo di spaventare nessuno ma solo di spiegare come la protezione dai raggi solari abbia importanza anche in medicina veterinaria e non solo umana e come in caso di alterazioni compatibili anche se minime sia bene procedere con diagnosi bioptica per impostare successivamente la terapia più idonea.


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