I reni sono organi di fondamentale importanza che svolgono numerose funzioni:
filtrare le sostanze di scarto che vengono eliminate mediante l'urina
regolare i minerali presenti nel corpo
produrre ormoni (eritropoietina e aldosterone)
regolare la pressione sanguigna
Il loro corretto funzionamento è quindi fondamentale per il benessere di tutto l'organismo.
La patologia renale che più frequentemente si riscontra nei nostri animali è l'insufficienza renale cronica (IRC) caratterizzata da una progressiva perdita di funzionalità dei reni che affligge tipicamente cani e gatti anziani (ma non solo).
Si parla di insufficienza renale cronica quando anomalie strutturali o funzionali di uno o entrambi reni sono presenti in modo continuativo per 3 o più mesi.
La forma cronica è una patologia irreversibile e progressiva perché il rene non è in grado di rigenerarsi.
Tale patologia è contraddistinta da:
aumento della sete (con anche ricerca di fonti alternative di acqua)
aumento della urinazione (anche in luoghi non consoni)
perdita di peso
calo dell'appetito
L'insufficienza renale cronica è una malattia per lo più lenta e progressiva che non può essere curata ma solamente rallentata nella sua evoluzione.
Una diagnosi precoce è importante per mettere in atto tutte le accortezze necessarie per preservare tali organi.
In una prima fase il rene è in grado di compensare la perdita di nefroni (l'unità funzionale del rene) ma è necessario un supporto mirato per evitare una perdita completa in breve tempo della funzionalità renale residua.
QUALI SONO I PUNTI CARDINE PER DIAGNOSTICARE L'INSUFFICIENZA RENALE CRONICA?
Esame del sangue,
esame delle urine con valutazione della proteinuria,
pressione sanguigna,
diagnostica per immagini (ecografia addominale in primis).
Fino a pochi anni fa la diagnosi veniva effettuata tardivamente in quanto il parametro principalmente usato per la diagnosi, la creatinina, iniziava ad alterarsi (alzandosi oltre il limite di normalità) quando ormai il 75% del tessuto funzionale del rene era andato perduto.
Da qualche anno l'introduzione di un parametro ematico che più precocemente ci “parla” di danno renale, l'SDMA (dimetilarginina simmetrica), ci permette una diagnosi/sospetto sempre più precoce.
Ma la valutazione del rene non finisce qui, ci sono molti parametri da tenere in considerazione al fine di valutare la gravità della situazione (stadiazione) e per impostare una corretta terapia.
I punti fondamentali sono:
creatinina e SDMA da valutare su sangue nel tempo (non basta una singola misurazione alterata per definire la diagnosi)
presenza di un eccesso di proteine nelle urine (proteinuria)
presenza di ipertensione sanguigna (pressione sistolica > 140 mmHg)
anemia secondaria a ridotta produzione renale di eritropoietina (ormone prodotto principalmente a livello renale che regola la produzione di globuli rossi a livello di midollo osseo)
Associando all’osservazione clinica questi parametri è possibile fare il punto della situazione e tenere monitorata nel tempo la funzionalità renale.
La diagnostica per immagini (in primis ecografia addominale) ci permette di avere una valutazione “morfologica” del rene senza poter però dire quanta funzionalità residui all'interno dell'organo.
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